
1936 BOX ROBUSTO
Settembre 15, 2019
CHURCHILL
Settembre 15, 2019BONCHERO 4
La Galera Bonchero 4. Medio-alta la forza, il corpo è degno di nota, con una paletta aromatica equilibrata, dominata da legno e terra, e inflessioni di spezie, tostatura e cacao.
La vitola migliore tra quelle testate è senza dubbio il Churchill (Cabeza de Caracol è la vitola de salida), che anche come prezzo è assolutamente competitivo in relazione al formato.
Una delicata evoluzione modifica il bouquet su note più dolci come cacao e caramello. Per la fascia sono state attentamente selezionate foglie di tabacco prive di difetti che al tatto risultano setose, morbide, perfette.
Bonchero No. 4, cepo 42 x 140 mm di lunghezza
La nascita di Tabacalera Palma è anteriore alla metà del XIX secolo, quando uno spagnolo di nome José Manuel Blanco Lozada si trasferisce nella Repubblica Dominicana e persegue il commercio di frutta tropicale e tabacco.
Suo figlio José Arnaldo Blanco I, prese l’iniziativa di coltivare tabacco e produrre sigari premium.
Parliamo quindi di una manifattura tabacco storica, una delle più antiche della Repubblica Dominicana e di una famiglia capace di creare delle figure importanti.
Ricordiamo i grandi maestri del tabacco, ad esempio il cugino di Jochi : Josè Blanco, master blender storico di La Aurora.
I prodotti della Tabacalera Palma mancavano dal mercato italiano dei sigari caraibici premium.
Inizialmente in Italia la linea La Galera sarà composta da due qualità di sigaro: La Galera Habano e La Galera Connecticut.
Successivamente l’importazione la linea La galera di Jochy Blanco verrà ampliata fino a raggiungere il numero di ben 35 vitolas.
La Galera Habano
La versione Habano è costituita da tabacchi molto ricchi e ricercati, la capa ecuadoriano Habano, capote Dominicano Corojo ed una combinazione di Piloto Cubano, Criollo ’98 e Pelo de Oro per il ripieno.
Vitolas previste per la Galera Habano:
• Bonchero No. 4, cepo 42 x 140 mm di lunghezza.
• Perillas, cepo 38 x 184 mm di lunghezza.
• Cabeza Caracol, cepo 47 x 178 mm di lunghezza.
Per la fascia sono state attentamente selezionate foglie di tabacco prive di difetti che al tatto risultano setose, morbide, perfette.
La fascia premium utilizzata è di provenienza ecuadoregna e si presenta di tonalità colorado uniforme, senza particolari nervature.
A sigaro spento si possono sentire profumi di cacao, noce e caffè con un po’ di pepe.
L’accensione è facile sintomo di una buona costruzione del sigaro, e subito si sviluppa un denso fumo.
La Galera Habano è un sigaro inteso, dal gusto amaro e corposo.
Subito si sprigionano aromi di legno, resine e spezie molto equilibrati tra di loro.
Per i sigari la La galera Habano Jochy Blanco ha studiato un bouquet di profumi e aromi praticamente perfetto e mai eccessivo.
Sigari La Galera: una panoramica sulle linee

Da qualche mese sono in distribuzione nelle tabaccherie italiane i sigari La Galera, prodotti presso la Tabaccheria Fortuna di Riva del Garda-
Dalla linea Habano, ed in particolare dell’ottimo Churchill di quella linea, che supera la Vitola Lanceros, nonostante la predilezione di chi vi scrive per quest’ultimo formato e, completato l’assaggio di alcune delle vitolas in commercio, (alcune di queste già degustate prima della messa in commercio in Italia, provenienti dal mercato tedesco, altre acquistate successivamente nel nostro paese).
Tra le diverse linee disponibili e ci siamo fatti un’idea della qualità dei diversi prodotti offerti.
Palma (che produce sia marchi propri che custom brand), di cui in italia già abbiamo Aging Room e Cezar Bronner (quest’ultimo un custom brand).

La linea Habano di cui già abbiamo parlato rimane tra le preferite di chi vi scrive. Medio-alta la forza, il corpo è degno di nota, con una paletta aromatica equilibrata, dominata da legno e terra, e inflessioni di spezie, tostatura e cacao. La vitola migliore tra quelle testate è senza dubbio il Churchill (Cabeza de Caracol è la vitola de salida), che anche come prezzo è assolutamente competitivo in relazione al formato.

Un’altra linea molto interessante è senza dubbio la Maduro, dove spicca il formato Corona Gorda (VdS “Pegador”) come qualità. Sempre presente la nota terrosa, ma affiancata da toni di cuoio più marcati, e da una tostatura più presente connotata da sfumature aromatiche di caffè. Fumata apparentemente più forte in ingresso ma in realtà la forza complessiva è di pari grado rispetto alla linea habano. Leggermente inferiore in eequilibrio, guadagna però in corpo e si adatta meglio a palati aituati a fumate più rustiche, 7,50 euro per il formato corona gorda, conferma il buon rapporto Q/P del marchio anche in questa linea.

Discreta la Corona Gorda anche nella linea 1936, dove però viene superata dal Robusto (VdS Chaveta). Il ripieno, forse leggermente più lasco in fase di rollaggio, per via del successivo box pressing, performa meglio sui diametri un po’ più generosi in questa linea. Il prezzo, a parità di vitola, è uguale a quello della linea habano (8,50 per il Robusto), seppure la qualità complessiva leggermente inferiore a quest’ultimo lo renda un po’ meno competitivo. Si tratta comunque di un prodotto valido che differenzia il marchio nel suo complesso e punta a fumatori che cercano un registro gustativo differente dalle due linee precedentemente descritte. Si esplicita decisamente di più una nota dolce, ed una paletta aromatica meno marcata sulle note tostate e terrose, che pure permangono sullo sfondo. Domina a tratti una gamma di aromi più ricondcibile alla frutta a secca a guscio alternata a note liquorose in fase centrale.

La linea Connecticut è quella che forse evidenzia meno differenze tra i diversi formati, al di la delle caratteristiche intrinseche conferite dalle dimensioni specifiche del sigaro. Per i tratti tipici del blend, le migliori performace si ottegnono su sigari di media lunghezza che danno tempo alla liga di esplicitarsi senza assuefare i sensi alle note aromatiche. Oggettivamente parlando e tenendo in considerazione le preferenze di chi si rivolge a questo tipo di sigari, la migliore perfomance si ottiene dal formato corona (Bonchero no.4 la VdS), anche se soggettivamente, chi vi scrive preferisce il formato robusto. La complessità è sicuramente il punto di forza di questa linea che è quella piùà “dominican old style” dell’intero marchio. Si rivolge ad un ulteriore gruppo di fumatori, rispetto alle linee precedenti, per i quali Davidoff , con le sue linee “base” ha fatto da trend setter negli anni passati. La complessità aromatica e l’equilibrio sono i punti chiave, a scapito ovviamente dell’intensità e della forza che risulta media-lieve. Come abbiamo detto, la paletta aromatica è variegata, note fruttate e lievemente balsamiche associate a toni erbacei, di legno, di terriccio e pane tostato si bilanciano lungo tutta la fumata. Il palato è più morbido, coadiuvato da una maggiore cremosità e da note meno amare e più acidule. Il prezzo, leggermente inferiore alle altre linee, riflette la qualità complessiva del prodotto, e mantiene una buona competitività.

Esiste poi l’edizione limitata 80th Anniversary box pressed, presentata in un elegante cofanetto che ricorda un molde usato in manifattura, e che contiene 7 torpedo e 7 toros. Il blend è sicuramente accattivante e passa dalla capa San Andres (di una qualità ed aspetto inusualmente “smooth” per questa varietà) alla foglia di olor dominicano nel ripieno, passando per corojo, criollo e piloto di coltivazione dominicana. Con un così ampio spettro di tabacchi utilizzati verrebbe da immaginare una discreta complessità, ed invece la liga si esprime con un ottimo equilibrio e una paletta non eccessivamente complessa ma molto pulita, nonostante la forza sia medio elevata, e l’intensità ben presente. Cioccolato, Terra, Spezie e aromi di caffè sul finale dominano questa fumata (in entrambi i formati) che risulta completa anche a livello gustativo con un buon equilibrio dei quattro sapori primari (forse leggermente dominante l’amaro sul torpedo).
Infine, è reperibile un sampler denominato “exclusive” che contiene 10 sigari, di cui 5 della linea Connecticut e 5 della linea Habano.
In definitiva un marchio che esprime diversi livelli qualitativi nelle diverse linee, ma mantiene un buon rapporto Q/P in ogni linea, rispetto anche al benchmark che il marchio ha su altri mercati europei di riferimento, in ragione della diversa situazione fiscale che esiste nel nostro paese. Coraggiosa la scelta di importare l’intero vitolario, sicuramente una scommessa per l’azienda, che però da al consumatore la possibilità di spaziare e di testare la performance dei blend in diversi formati.
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